Un ormone (dalla lingua greca όρμάω, 'mettere in movimento') è un messaggero chimico che trasmette segnali da una cellula (o un gruppo di cellule) a un'altra cellula (o altro gruppo di cellule). Tale sostanza è prodotta da un organismo con il compito di modularne il metabolismo e/o l'attività di tessuti e organi dell'organismo stesso.
Gli ormoni possono agire in due modi:[1]
Un'ulteriore distinzione può essere fatta:
Gli ormoni sono prodotti da ghiandole endocrine che li riversano nei liquidi corporei e a seconda delle loro secrezione possono essere classificati come:[2]
Gli ormoni sono classificati in:
Sono degli ormoni costituiti da oligopeptidi o proteine. Vengono sintetizzati sotto forma di preormoni e solo dopo una successiva modificazione divengono attivi. Un esempio è il paratormone, che nella sua forma di preormone è lungo 90 amminoacidi, mentre nella sua forma attiva ne contiene solo 84.
Altri ormoni di natura protidica sono l'insulina, prodotta dalle cellule β del pancreas, e l'ormone di rilascio della tireotropina|TRH, prodotto dall'ipotalamo, che è un fattore che va ad agire sull'ipofisi per rilasciare l'ormone tireostimolante (TSH), che a sua volta va ad agire sulla tiroide.
Gli ormoni peptidici viaggiano nel circolo sanguigno fino ad arrivare alle cellule bersaglio. Qui non riescono a oltrepassare la membrana ma si legano a particolari recettori intramembranali.
Lista di ormoni peptidici:
Come si può notare tutti gli ormoni prodotti dall'adenoipofisi sono di natura proteica.
Sono ormoni di natura lipidica e derivano da un precursore comune che è il colesterolo. La trasformazione del colesterolo in ormoni steroidei interessa una quantità di materiale irrilevante, ma di estrema importanza fisiologica. I corticosteroidi derivano dal colesterolo per rimozione della catena laterale dell'anello D del colesterolo e aggiunta di atomi di ossigeno nella molecola per formare gruppi chetonici e ossidrilici.
Gli ormoni steroidei si possono suddividere in due classi:
Gli ormoni steroidei formano un gruppo di ormoni lipofili che agiscono sul metabolismo, sulla crescita e la riproduzione. Anch'essi viaggiano nel flusso circolatorio, trasportati da particolari proteine che prendono il nome di carrier: le SBP (Steroid Binding Protein). Questo fa in modo che l'ormone possa raggiungere le cellule bersaglio. Qui, essendo di natura lipidica, entra nella cellula e trova i suoi recettori a livello citoplasmatico o a livello nucleare. Il legame tra i due attiva come per gli ormoni protidici l'adenilato ciclasi (il meccanismo è identico a quello riportato precedentemente). Alcuni di questi ormoni però hanno il loro recettore posto sulla membrana esterna: qui il legame attiva la proteina G formata da tre subunità (alfa, beta e gamma). La subunità alfa dopo l'attacco si fosforila e si dissocia e va in circolo nel citoplasma dove viaggia e va ad attivare l'adenilato ciclasi (meccanismo identico agli ormoni peptidici).
Tra gli ormoni steroidei abbiamo:
Un'ulteriore distinzione può essere fatta in:
Si consideri che mineralcorticoidi e glucocorticoidi sono sempre sinergici tra loro, potendo quindi raggruppare entrambi sotto una delle categorie di anabolizzante o catabolizzante, e in più ampia prospettiva tra essi con gli altri tipi di molecole ad azione ormonale (ovvero anche di tipo diverso, quindi il mineralcorticoide aldosterone rientra tra i catabolizzanti mentre il suo antagonista non steroideo fattore natriuretico atriale rientra tra gli anabolizzanti; così l'insulina, che è un peptide, è sinergica agli steroidi anabolizzanti, mentre il glucagone è sinergico agli steroidi catabolizzanti).
Sono composti chimici derivati dalla modificazione di amminoacidi. Hanno caratteristiche comuni con i neurotrasmettitori (e alcuni di loro sono difatti anche neurotrasmettitori) e azioni che possono essere identificate in tal senso ma dislocate dal circuito sinaptico a quello endocrino. Nelle rispettive ghiandole le cellule secernenti difatti sono identificabili come tipiche o simili a quelle del tessuto nervoso o pseudo-nervose (derivate evolutivamente da cellule originariamente nervose). Alcuni esempi sono le catecolamine e gli ormoni tiroidei (tiroxina e triiodotironina) derivanti dall'aminoacido tirosina, la serotonina derivante dal triptofano e l'istamina derivante dall'aminoacido istidina. Generalmente questo tipo di molecole, a differenza degli ormoni steroidei e peptidici, determina azioni opposte in cellule diverse, a causa della presenza di recettori di tipo diverso (generalmente indicati come alfa e beta, si veda ad esempio recettore degli ormoni tiroidei) in cellule-bersaglio nelle quali si debbano esplicare azioni rispettivamente opposte o comunque diverse; ad esempio l'adrenalina determina la costrizione dei vasi periferici e la dilatazione di quelli centrali; solitamente nei casi in cui i recettori siano in comune con altre molecole, la molecola secondaria agisce solo su uno dei due recettori (ad esempio la noradrenalina).
Per numerosi ormoni sono stati realizzati analoghi caratterizzati da una struttura chimica e da un effetto endocrino equiparabili. Tra questi i più prescritti sono gli analoghi di estrogeni e progesterone, utilizzati soprattutto per la contraccezione farmacologica e per la terapia ormonale sostitutiva in menopausa; altri possono sostituire la tiroxina o gli steroidi. Analoghi dell'insulina vengono utilizzati nel trattamento del diabete mellito e analoghi dell'adrenalina sono usati in otorinolaringoiatria. Esistono inoltre analoghi di fattori di rilascio ormonale: ad esempio il tetracosactide al posto dell'ACTH o l'afamelanotide per la melanocortina.
Fondamentalmente le sintesi sono sottoposte primariamente alla regolazione da retroazione (effetto feedback); questa sta alla base dell'equilibrio ormonale e lo fa tendere all'omeostasi, ma essa è bypassata dagli stimoli psichici provenienti dal cervello e dall'effetto cascata (livelli di ormoni inducono a loro volta l'attività agonistica o antagonistica di altri ormoni). I livelli specifici degli ormoni sono regolati dal sistema nervoso centrale, che riceve dei segnali da molti sensori interni ed esterni (es. segnali di pericolo, la composizione del sangue, la pressione sanguigna) e, in risposta a questi segnali, stimola le ghiandole endocrine dell'organismo a sintetizzare gli ormoni appropriati.[3] La regione del cervello che regola i livelli degli ormoni è l'ipotalamo, che viene stimolato da questi segnali provenienti dall'ambiente a produrre specifici ormoni detti fattori di rilascio, che, raggiungendo l'ipofisi anteriore, stimolano quest'ultima a produrre un altro tipo di ormoni, le tropine. Le tropine attivano le ghiandole endocrine, stimolandole a produrre ormoni specificati e appropriati azione alla situazione.[4]
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Categorie: Ormoni