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Si dice vasocostrittore o anche vasopressore, qualunque sostanza che agisce per causare una vasocostrizione dei vasi sanguigni (diminuzione del volume, ovvero il diametro del vaso sanguigno attraverso cui scorre il sangue) e talvolta provocando l'aumento della pressione sanguigna. Il processo opposto, la vasodilatazione, è l'aumento di capienza dei vasi sanguigni. I vasodilatatori sono usati in medicina per trattare l'ipertensione.
Molti vasocostrittori agiscono su specifici recettori, come i recettori della vasopressina o gli adrenorecettori. I vasocostrittori sono anche usati clinicamente per alzare la pressione sanguigna o per ridurre l'irrorazione locale di sangue. L'esposizione a livelli di stress moderatamente alti induce anch'essa una vasocostrizione.
La vasocostrizione avviene anche nei vasi sanguigni superficiali degli animali a sangue caldo quando la temperatura ambientale è rigida; ciò devia il flusso del sangue verso gli organi interni dell'animale, evitando l'eccessiva dispersione di calore e salvaguardando l'irrorazione degli organi vitali.
Molti vasocostrittori causano anche la dilatazione della pupilla.
I vasocostrittori possono essere sistemici o topici. Per esempio, la fenilefrina è disponibile sia come sistemico (pastiglie da ingerire per via orale come il Sudafed PE), che come topico (come gli spray per il naso tra cui si ricorda la Neo-sinefrina, e colliri per la dilatazione delle pupille)
Categorie: Fisiologia cardiovascolare